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Spunti Critici

Pierre Restany

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Fuggendo al tempo, le forme di Gatto acquistano una prodezza formale, una sacralità ieratica assolutamente unica e specifica. Questi elementi di spiritualità nell’atto di dipingere creano una dimensione di "super umanità" come una trascendenza della forma. Per me questa purezza di linguaggio crea anche la specificità del messaggio cioè lo stile. Di fronte a questo universo minerale di Gatto mi sento davanti ad un mondo di grande chiarezza, un mondo senza equivoco ove le azioni sono lente e frammentate, gli amplessi naturalmente monumentali.

La lentezza dei movimenti figurati corrisponde a dimensione atemporale della visione. Entrare in questo mondo vuol dire lasciare fuori tutti gli elementi discorsivi inutili, andare con Gatto verso il cuore minerale delle cose, verso l’essenziale. L’arte del pittore risiede anche nell’intervento del colore. Il colore come sentimento. Il colore come dimensione affermativa della visione. Le pietre di Gatto non sono gelide, non sono fredde come quelle delle città dei morti. Hanno una pelle vibrante ,un’epidermide calda e sensibile. Raramente il paradosso umano era stato espresso con tale maestria nel linguaggio minerale. Gli effetti pittorici di gatto sono minimali in quanto cancellano ogni sembianza di retorica. Il disegno è fino e acuto come lo sono gli angoli della pietra; ma quando la pietra si fa carne tutti i brividi dei sentimenti sono presenti e danno vita giusta a questi elementi esistenziali che diventano nostri perché sono assunti e percepiti come nostri. Il filone linguistico è di tipo umanistico e vitale. Per concludere direi che il marchio più profondo che ha lasciato in me il discorso visivo di Gatto è proprio questa lezione di umanità attraverso il riferimento immemorabile della pietra e della sua storia.
Umanizzare l’universo minerale per rendere più presente la vita in sé e per sé.
Ringrazio Gatto di questo regalo: la sua visione è forte, potente e stimolante. Le sue pietre parlano e sono capaci di creare grandi poemi visivi. I personaggi di pietra sono i nostri fratelli della memoria cioè della realtà del nostro futuro immediato e i nostri fratelli, e nello stesso tempo i nostri diretti antenati, ci aiutano a vedere più avanti, a sentire più profondo, a vivere meglio

Everardo Dalla Noce

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Nell’opera di Gatto le impostazioni individuali, le costruzioni si assommano in un insieme di tensioni che superano il tempo e la materia nell’indicazione del futuro. Ma se la filosofia è l’installazione di unpensiero, profondamente motivato, ecco che le conclusioni sono scritte nella ricerca che gatto va a proseguire. Il fatto naturale è considerazione sicura, non probabilità.Gatto in Sardegna coglie dalle rocce ("pietre") il senso della continuità del creato.
 

Continuità che è vita, partecipazione, quindi amore. E, nella filosofia post illuminista, questo concetto esclusivamente di
poesia può trovare considerazione. E’ l’immaginario che qui ha riscontro profetico, è la sequenza che si
muove indisturbata, entro gli schemi, con potere consequenziale. Se ab-initio, era la luna che doveva essere raggiunta dall’uomo fatto adolescente per carpire la propria speranza, qui sono le pietre che l’uomo hanno generato a prendere coscienza dell’imponderabile. Pietra che è entità, quindi ragione (inespressa), quindi logus-dialogo. Meglio:logus-favola. Da questo concetto prende l’abbrivio la ricerca di gatto facilitata dal fatto che la "roccia", nella sua massiccità è friabile e addomesticabile. Giusto come l’individuo. E se udire il sussurro della pietra , al limite non è consentito alla nostra soglia, compenetrarne la volontà dinamica sicuramente sì.
Ecco allora l’intervento dell’artista. Un intervento che, si badi, non è surreale o immaginativo da interpretazione fugace, ma nella concretezza risolto perché visto oltre il pensiero.

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Anna Lorito

La Sensiblerie idilliaca dell’artista Bartolomeo Gatto ai tempi del Coronavirus

21 Dicembre 2020

Il video youtube topic ‹‹#L’arte non si ferma›› configura il mantra dell’implacabile vocazione al racconto del pittore e scultore Bartolomeo che si snoda incessante in un itinerario artistico ultrasessantennale che vanta prestigiose esposizioni in Italia e negli Stati Uniti.

 

Il video youtube topic ‹‹#L’arte non si ferma›› configura il mantra dell’implacabile vocazione al racconto del pittore e scultore Bartolomeo che si snoda incessante in un itinerario artistico ultrasessantennale che vanta prestigiose esposizioni in Italia e negli Stati Uniti.

 

Tale universo incantato, frutto di visioni metafisiche, dà voce ad un‘ethos apollineo’ che acutamente rivela un’insorgenza di pensiero che spazia fra mitico e fantastico, e che, caricandosi del mistero della magia e dei presagi, si arpiona con un balzo potente all’esperienza presente.

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L’impianto iconografico-immaginifico dell’artista che decanta la meditazione dell’‘esserci-nel-mondo’, la visione delle cose nascoste in silenziosa sapienza, il distacco e il cambiamento, è incrementato senza sosta da nuove dinamiche, nuovi ardimenti di espressività delle linee e del modellato campo grafico-stilistico.

 

La sofisticata sensiblerie di Gatto, da un punto di vista percettivo prorompe nella corposa serie di dipinti “Itinerari ai tempi del Corona Virus”a cui si è dedicato durante il lockdown scorso, la cui chiave di accesso è attestata da un unitario impeto ritmico di intersecazione di superfici e piani modulari dall’acceso cromatismo che irraggiano il loro volume interno.

 

Bartolomeo Gatto applica nei quadri una stereometrizzazione delle figurazioni alludendo all’intensificazione della voce che viene dalle cose e alle energie invisibili che agiscono nell’intima realtà della vita. Una prima idea su queste ultime composizioni, concepite in una visione solipsistica, suggerisce che il ritmo puro del colore vince e si avvalora di un affinamento e arricchimento delle forme elementari generando un’autentica melodia di semplificati disegni geometrici posti in un’atmosfera di cadenzato silenzio.

 

L’artista, nel rappresentare il movimento si ricollega al registro stilistico dei primordi della serie “pietre amanti”dei primi anni Duemila, ma inscrive nei lavori una distorsione circolare di accidentali forme geometrico-stereometriche in danza prospettica, le quali entrano in collisione e si sostengono a vicenda con la scomposizione di diagonali che s’incrociano simultaneamente in un felice e rassicurante equilibrio delle quattro direzioni fondamentali: orizzontale in riposo, verticale in ascesa, diagonale in moto, e cerchio che tutto lega e connette.

 

La strapotente altezza di angoli visuali trasferisce i singoli momenti visivi nella continuità e simultaneità spaziale, afferrando la visione sinottica della grisaillepittorica il cui punto centrale è un intimo connettersi di semplici superfici geometriche, triangoli piramidali e cerchi che, in una successione temporale del movimento e in un raggiante e squillante accordo della tavolozza cromatica, ci dona un potente ritmo di forme che mettono in scena una fratta gestualità pregna di un’“idea di leggerezza” intesa non come gesto statico ma come visibile mobilità.

 

Un’affermazione performativa dell’attualità traspare dalle significative tele esposte in sospensione temporale quali: ‘Segno Indelebile’,‘Oltre il Virus le meraviglie del Creato’, ‘Uniti per sempre’, ‘Verso l’Alto’, ‘Immersi di Azzurro’, ‘Palline nel cielo’, ‘Risveglio’, ‘Eterni Guerrieri’, ‘Divenire diventa passaggio dell’Essere’, iconografie metaforiche ove tutto è riempito dalla lotta della Luce contro l’Oscurità, tutto è energia che si libera in diagonale compenetrazione cromatica e volumetrica delle forme che abolisce la barriera invalicabile tra l’interno e l’esterno, tra il mondo estrinseco e intrinseco.

 

Nei dipinti di Gatto si affollano visioni sognanti e aleatorie di massi rocciosi e di “pietre danzanti” quali traslati di campi d’esistenza e dove i volumi divengono forme-espressione purificate che si esaltano ritmicamente spuntando dall’azzurro e dal rosso intensi, trasfondendosi nel giallo e nel verde, nel violetto e nel fucsia; colori che si eccitano l’un l’altro con la geometria delle forme che mutano, dal chiaro allo scuro e si convertono dal vicino al lontano generando un’emozione selvaggiamente esplosiva, come è rinvenibile nelle opere: ‘La Terra resta, nonostante il Mutare’,‘Leggerezza’, ‘Geometrie’,‘Tra Istante e Istante il Creato’,‘Divenire non cade nel Nulla’, ‘Molteplicità delle cose’, ‘Condizioni di Vita’, ‘Pianeta Rosso’, ‘Bricconcella di Aggius’ , ‘Gioco inebriante’ e dulcis in fundo l’opera ‘E il Virus va’ dai tratti pseudo-infantili; un corpus di immagini suggestive che sembrano inneggiare ad un quieto sviluppo delle energie creatici della natura che riconoscono con giubilo l’unità di tutto l’essere del Creato.

 

La dinamica gestuale impressa nei lavori esprime con forza il teorema dell’artista di uscire dal tunnel della sterile solitudine relazionandosi con un nuovo modo d’essere nel tempo nel tentativo di risolvere dei rebus indecifrabili.  L’impianto espressivo della visione estetica di Gatto, vertiginosamente colmo di un susseguirsi di istantanee e diafane apparizioni volteggianti, concepite nell’armonia delle forme, dà vita a una ‘gravitas’ carica di un arcaico e idiosincratico immaginario sintonico ad una carica di silente dolore reattivo.

 

Il pathos estroflesso dalle tele parla dell’aspetto meditativo e caotico dei sogni ed accentua la dilatazione della contemplazione intima, illuminando una sorta di sentimento di “primitiva innocenza” che nella sua invenzione evocativa, vuole essere una specie di criptico messaggio di demonizzazione delle paure primordiali, inviato da un mondo simbolico, e che, conducendo al silenzio della visione, si trasforma in una matrice di “racconti odierni” dal carattere iper-sintomatico che, in un’inversione valoriale, si offrono come frammenti di una metafisica captazione della contemporaneità. 

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