La svolta
Bartolomeo Gatto è un irrequieto, ha girovagato mezzo mondo: Stati uniti, Germania, Inghilterra, Francia, Belgio, Svizzera, Spagna e, In Italia ha vissuto a Salsomaggiore, Venezia, Milano e Salerno. Spesso sprofonda in luoghi e silenzi memorabili: egli è capace di restare per giorni e notti a dipingere senza sosta. Gatto ama il contatto con altri artisti gli piace sentirne gli umori, le difficoltà, i successi.
A Venezia ha incontrato e seguito Virgilio Guidi, a Roma si vedeva con Maccari e Emilio Greco, a Milano segue e incontra: Borra, Carpi, Dova, Fiume, Migneco, Minguzzi, Morlotti, Cassinari e tutti gli altri. Significativo l’incontro con il metafisico DE CHIRICO che lo ha incoraggiato nel proseguire nell’uso dei gialli. Incontrò la prima volta Dalì a BRUXELLES, nella galleria Isi Brachot e per un paio di anni lo ha inseguito per mezza Europa. Dalì, da grande artista, disprezzava la sua arte, diceva che i collezionisti acquistavano per il suoi lavori per i suoi sguardi istrionici, per modelle che lo circondavano e soprattutto per suoi i baffoni che puntavano verso l’alto come la Cattedrale di Burgos. Aveva promesso una visita a Milano, che poi non ebbe seguito a causa degli acciacchi che condizionarono il maestro Catalano. Negli anni settanta, l’arte di Bartolomeo Gatto incontrò la Sardegna ha avuto una svolta fondamentale. In Sardegna Gatto, si è fatto allievo, ha rubato i colori alla natura, ha scoperto un mondo nuovo per le sue rappresentazioni, subisce il fascino della gente, dei banditi, dei pastori. Sente la brezza, masse colorate di luce che dipinge in un mondo di armonia, si nutre di vento, dialoga con il mare, ascolta le stelle e incontra Madre Terra.